
Nella Milano da bere l’abitudine di consumare un aperitivo ha origini lontane. Fin dagli anni venti la gente si incontrava nei bar più noti della città per discutere di arte, cultura o di politica, tra questi uno dei più conosciuti era il bar Campari. Nato dall’idea del geniale barman e liquorista novarese Gaspare Campari, uomo che grazie alla sua fervida fantasia inventò elisir e bevande di ogni tipo.
Un luogo storico, ritrovo di artisti e letterati, dall’atmosfera speciale nel quale la Milano bene amava ritrovarsi per bere Campari con una spruzzata di soda. La clientela aumentò considerevolmente, merito della reputazione sempre crescente di questa bevanda e consumarla accompagnandola con stuzzichini divenne una consuetudine.
Campari soda
Il primo prodotto realizzato in Italia nel suo genere, quello dei pre-mix pronti all’uso, bevande realizzate con due o più ingredienti e impiegate nella preparazione di cocktail e drink. L’utilità sta nel velocizzarne la preparazione in quanto alcuni degli ingredienti base si trovano già miscelati fra loro. Il segreto del Camparino (allora era così denominato) stava nella piccola aggiunta di acqua frizzante e nel servirlo freddo in un calice a stelo lungo, per preservare al meglio l’aroma. Tutto questo portò alla commercializzazione del Campari Soda (1932) e fu subito un successo grazie anche al consenso degli avventori abituali dello storico bar, lo zoccolo duro dei consumatori della rossa bevanda spruzzata di soda.
Gusto e design
Senza ombra di dubbio il vero simbolo di questo prodotto è il flacone con la forma di un calice rovesciato. Così venne definita la bottiglietta ideata da Fortunato Depero, artista e creativo legato al movimento futurista. L’intuizione nasce da un suo disegno del 1925, Il pupazzo che beve Campari, ispirato al Campari Soda preparato dai baristi e inizialmente prenderà vita come modello in legno per poi trasformarsi in manifesto, realizzato con la tecnica del collage.
Da quest’opera, nel 1932, nasce l’idea che porterà alla realizzazione di uno dei più importanti e duraturi esempi di design misto ad arte, un’opera che ha nella forma, nei materiali e nel colore i tratti distintivi. La produzione del contenitore viene affidata alla nota Vetreria Bordoni che realizzò una bottiglia talmente particolare, e ben riuscita, da essere ancora oggi riconosciuta come icona del design italiano. Un mito non solo per la storia che sta dietro questa bevanda e l’azienda che la produce, non solo per la bottiglietta che è oramai un emblema della creatività italiana (e sinceramente anche una delle migliori idee creative mai realizzate).
Campari soda, un mito intramontabile
Un mito anche per me come consumatore, avendone ordinato quantità industriali nei bar nel corso degli ultimi vent’anni. Con la comitiva d’amici l’abbiamo sempre considerato l’aperitivo per eccellenza classico, anche se era pratica usuale ordinarlo miscelato con il gin. La robusta gradazione alcolica, il sapore amarostico e al tempo stesso gradevole stimolano l’appetito e invogliano il consumo di pizzette, patatine e stuzzichini di vario tipo.
Come gustarlo
Classico: servito con due o tre cubetti di ghiaccio e con una fetta d’arancia. L’aperitivo per antonomasia se accompagnato da snack salati come pistacchi o noccioline. In alternativa si può optare per cocktail Cardinale, con l’aggiunta di aranciata amara o dolce, questo dipende dai gusti, gli immancabili due cubetti di ghiaccio e una fetta d’arancia per guarnire. Campari e gin è la soluzione che preferisco quando voglio gustare un buon aperitivo molto alcolico.
Ovviamente sono solo alcuni dei modi, quelli che conosco e apprezzo, per consumare un Campari Soda.
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