
Qualche mese fa ho ricevuto in regalo un bel barattolino di marmellata di fichi fatta in casa. Un frutto che adoro, ma che mangio solo quando torno in Calabria perché quelli venduti al supermercato solitamente costano molto e non sanno di niente. Volete mettere con il gusto e il divertimento di prenderli direttamente dalla pianta, mangiandoli con tutta la buccia? Al paese dei miei nonni in molti hanno una pianta di fico in giardino, così ho la possibilità di gustare dell’ottima frutta priva di pesticidi e schifezze chimiche di vario genere.
Trattasi della majatica ccu meli i ficu (majatica con miele di fico), a quanto pare un piatto dalle antiche origini, che ha stuzzicato non poco la mia curiosità. Anche per questo, prima di mettermi ai fornelli, ho spulciato in lungo e in largo il web alla ricerca di informazioni storiche su questa ricetta, trovando purtroppo ben poco.
Majatica
Il nome deriva da maju, con cui si indica il fiore del sambuco (fiore di maggio), una pianta molto diffusa in Calabria. In alcune ricette viene indicato tra gli ingredienti, da aggiungere (essiccato e sbriciolato) all’impasto di acqua e farina. Solitamente si consumata dopo essere stata fritta e, grazie alla sua versatilità, si presta bene per essere utilizzata con piatti salati come base per cipolle, salsiccia e altri insaccati di maiale. La majatica ccu meli i ficu, come scritto in precedenza, è invece la variante dolce, indicata per colazioni e merende semplici e genuine.
Ho preso spunto proprio da questa ricetta sostituendo al miele la marmellata, arricchendo la farcia con mandorle della Eurocompany e una manciata di bacche di Goji
Le quantità per ogni ingrediente sono le seguenti:
- 60 grammi farina 00 del Molino Chiavazza,
- 50 grammi marmellata di fichi,
- 20 grammi mandorle tritate Eurocompany,
- 15 grammi bacche di Goji,
- acqua q.b,
- un pizzico di sale,
- un cucchiaio d’olio d’oliva o una noce di burro.
Con farina, acqua e sale bisogna creare un composto morbido e senza grumi, non eccessivamente compatto, che verseremo in un padellino antiaderente leggermente unto con l’olio o il burro. Cuocere la crepe girandola più volte, il tempo che occorre per farle prendere colore, per poi riempirla con la farcia di marmellata, mandorle e bacche di Goji.
Ripiegate a metà sono ora pronte per essere gustate.
Sembra davvero ottima questa proposta, i fichi piacciono anche a me e, direttamente dall’albero con la buccia come hai detto tu… Prova a rifare questa ricetta..
Una crepe simile alla majatica la preparava anche mia nonna, sempre con i fiori di sambuco, solo che lei faceva queste mezzelune piccoline di acqua farina e fiori di sambuco che farciva con carne di maiale tritata e cotta con poco pomodoro e peperoncino, io le adoravo!! Proverò la tua variante dolce, molro curiosa
Se e quando riuscirò a trovare i giori di Sambuco farò la variante salata. Mi incuriosice molto
non avevo mai sentito nominare questo prodotto tipico, che è un pò una piada de voi atri! 🙂 il composto che hai fatto per farcirla mi stuzzica parecchio! sai che andrebbe bene anche aggiunto a fichi e mele per uno strudelino? .. bravo!!!
Inizialmente ero tentato dallo strudel, poi ha prevalso il campanilismo e ho fatto la ricetta calabra.
Questo commento è stato eliminato dall’autore.
Ma quanti ricordi hai portato alla mente con queste tue parole… vero: anche dai mie nonni i fichi si mangiavano raccolti direttamente dalla pianta e con la buccia….. Il top, la ricetta all’occhiello per il nonno, era mangiarli spalmandoli su una fetta di pane!!!
Ah, i nonni, la Calabria, i fichi freschi…………….
quanti ricordi e quanto mi mancano….
Beh, grazie mille tesoro per avermi fatto rivivere di quei momenti…
Un abbraccio grande.