Negroamaro e Primitivo, eccellenze pugliesi

Le calde terre di Puglia sono da sempre un terreno fertile per la viticoltura e le particolari condizioni climatiche, alte temperature ed esposizione al sole per lunghi periodi dell’anno, conferiscono specifiche caratteristiche ai vini. Corposi, particolarmente tannici e con un tasso alcolico elevato. Non a caso venivano impiegati per il taglio, in alcune zone del nord Italia e dell’estero, spiegando così una produzione a lungo votata alla quantità più che alla qualità. Fortunatamente questo trend è mutato drasticamente, indirizzandosi verso la realizzazione di prodotti d’eccellenza.

Vini pugliesi d’eccellenza

Due nomi su tutti sono il fiore all’occhiello della nuova Puglia da bere: il Negroamaro e il Primitivo. Vini per molti aspetti simili, ma con specificità ben delineate e in grado di far emergere i tratti distintivi che li contraddistinguono.

Gli albori del vitigno Negroamaro sono ancora sconosciuti, ma alcune fonti indicano la Grecia come luogo di provenienza chiarendo così anche l’origine del nome. Secondo alcune ipotesi derivante dall’unione della parola latina “nigra” con quella greca “mavro” (usate entrambi per indicare il pigmento nero), mentre per altre la nascita del nome sta nell’uso del termine dialettale “niuru maru” che ne sottolineava sia il colore scuro che il retrogusto amaro.

Un vino di un rosso rubino talmente intenso da mantenere la trasparenza a livelli medio bassi, dalla struttura corposa e ricca di sfumature, con una gradazione alcolica spesso superiore ai 14 gradi. Gli aromi fruttati che evocano l’amarena e la prugna sono in apparente contrasto con la presenza di tannino, percepita in bocca come una lieve sensazione di secchezza. Una dicotomia che rende il sapore affascinante e complesso.

vini pugliesi: negroamaro e primitivo
Fonte foto mywinestore.it

Il Primitivo, così chiamato per via della maturazione precoce delle uve, pare abbia origine in Dalmazia o in Croazia, mentre secondo altre versioni forse proviene dall’Ungheria. Anche in questo caso le informazioni non sono del tutto certe, nonostante numerosi studi compiuti in proposito. Un vitigno in grado di garantire una produzione costante di uve, molto ricche di polifenoli e sostanze coloranti che andranno ad influire sulle caratteristiche organolettiche dei vini. Questi ultimi si riconoscono per l’inconfondibile rosso intenso e profondo, al quale si accompagna una profumazione che ricorda bacche nere come more e lamponi. Per l’alta concentrazione zuccherina la presenza di tannino è appena evidente ed il gusto morbido, avvolgente come un velluto, persiste a lungo sul palato.

Primitivo e Negroamaro sono due vini dal carattere forte e deciso, divenuti oramai simbolo di una intera regione. Capaci di soddisfare in egual misura olfatto, vista e gusto, per questo è consigliabile la degustazione dopo un invecchiamento di almeno dodici mesi in botti di legno.

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