Agosto significa vacanze, tornare in Calabria, mangiare cibi genuini, preparare ricette che durante l’anno non faccio. Tra queste c’è la tiana di capretto che ho sempre associato all’estate perché solo in questo periodo mi capita di mangiarlo. In famiglia on abbiamo mai amato il capretto per il suo gusto forte e deciso, quasi selvatico nonostante sia un animale d’allevamento.
Tiana di capretto
1,5 kg di capretto – 1,4 kg di patate (in questo caso rigorosamente silane) – 500 g di carciofi – 500 g di piselli – due spicchi d’aglio – alloro, rosmarino, prezzemolo, salvia, origano quanto basta.
Tempo di cottura: un’ora circa.
Mettere a cuocere il capretto in una pentola che va anche in forno, con un bicchiere d’acqua o vino bianco, olio e gli odori.
Dopo circa 20 minuti aggiunge le patate tagliate a pezzi grossi, i carciofi a spicchi e piselli. Aggiustare di sale e lasciare su fiamma vivace per una mezz’ora.
Aggiungere altro olio, se serve, cospargere di abbondante pangrattato per creare una sfiziosa crosticina, infornare in forno già caldo a 180° per una quindicina di minuti.
“A tiana” è un secondo piatto tipico della mia città, Catanzaro, che secondo tradizione si cucina nel periodo di Pasqua. Il nome si deve al contenitore in coccio nel quale veniva cotto.
Lo associo all’estate perché negli anni passati trascorrevo gran parte del mese di agosto al paese di mio nonno, in Sila, ed era consuetudine che conoscenti o parenti ci regalassero un capretto intero. In paese c’era il tizio “specializzato” nel scuoiarlo e tagliarlo, ma quasi sempre passava qualche giorno prima che passasse a compiere questa poco piacevole incombenza. Questo implicava una visione sgradevole e una quantità di mosche insopportabili prima di avere la carne pronta da cucinare. Da allora abbiamo sempre gentilmente rifiutato questa regalia, puntando sull’acquisto dal macellaio dei tagli adatti.
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